Kijii
Progetto Villaggio KIJIJI

Introduzione: Kijiji, significato e concetto

La parola Kijiji in Kiswahili significa villaggio. Nella cultura africana, il villaggio è qualcosa di più di un insieme di case e di individui. E’ lo spirito dell’Insieme, il senso di appartenenza percepito da ciascun membro della comunità, la partecipazione corale nello sviluppo sia dell’essere umano che delle strutture fisiche. Ciascun villaggio è un’istituzione fortemente basata sulla culture dei membri che ne fanno parte, benché le sue porte restino aperte a nuove idee, al commercio, alla cultura altrui.

Questo contesto deriva dal principio africano dell’esistenza: Io esisto perché tu esisti e viceversa.

   Nella comunità africana, l’agricoltura e la pastorizia hanno sempre avuto un ruolo centrale. Ogni villaggio era dotato di un spazio dedicato agli orti e di un altro dedicato agli animali, ciò assicurava un costante rifornimento di cibo per la sua popolazione. Gli orti erano coltivati in gruppo, con gli abitanti usi a cantare mentre lavoravano. Animali quali mucche e capre erano considerati simboli di benessere, sia degli individui che della comunità.

   Man mano che la società cresceva, l’uomo aveva imparato a intessere una stretta relazione con la terra, piegando il tempo a proprio vantaggio: c’era la stagione per preparare la stalla e l’orto, la stagione per piantare, quella per raccogliere. Le dispense erano costruite per resistere alla stazione secca, mentre gli uomini inventavano canzoni per invocare l’aiuto di Dio e celebrare la vita comunitaria. Questo era in sintesi il vero spirito della comunità.

2. Korogocho e i suoi problemi

2.1 Il suolo

  Korogocho è uno degli insediamenti non formali fondati a Nairobi, la capitale keniota. Caratterizzata da un elevato tasso di crescita, in ragione della migrazione dalle aree rurali, la popolazione di Korogocho si attesta attualmente intorno alle 100.000 unità, su una superficie di appena 1000 metri quadrati di proprietà erariale. La più gran parte degli abitanti di Korogocho non possiede la sua casa, anzi la sua baracca: la prende in affitto ad un prezzo compreso tra 500 e 800 scellini (5/8 euro) al mese. Si stima che esistano a Korogocho circa 18.537 baracche. Ovviamente, nessuno abitante si sente al sicuro perché da un momento all’altro potrebbe essere privato del proprio ambiente domestico sia dal proprietario che dal governo

2.2. La casa, bisogno primario

   Korogocho è caratterizzata da costruzioni fatiscenti realizzate con muri di fango, vecchie lamiere, compensati e cartoni. Il problema delle infiltrazioni di acqua, la mancanza di un sistema fognario, l’assenza di discariche o cassonetti dell’immondizia, sono alcuni degli immensi problemi che ogni giorno affrontano gli abitanti di Korogocho. I vicoli stretti e le costruzioni addossate l’una all’altra, hanno costituito un ambiente ideale per lo sviluppo di bande criminali che hanno terrorizzato sia gli abitati che i visitatori di Korogocho.

La maggior parte delle case è costituita da un unico ambiente di 8 metri per 8. La stanza è occupata da famiglie formate in media da 4 a 8 persone: tale condizione contribuisce alla rapida diffusione di germi e batteri, nonché allo sviluppo di malattie quale la tubercolosi che è molto comune a Korogocho.

2.3 Acqua e salute

   Benché esistano reti idriche messe a disposizione dalla Compagnia delle Acque di Nairobi, i residenti non hanno di fatto alcun accesso all’acqua che è privatizzata; peraltro, i punti di accesso alle fontane sono comunque lontani dalle case.

   Le donne e i bambini devono andare a prendere l’acqua a piedi, in contenitori tra i 5 e i 20 litri. Per bere, cucinare e lavare l’essenziale una famiglia consuma in media 60 litri di acqua.

   Le case sono dunque prive di acqua e molte di esse non hanno né wc né bagni. Coloro che vivono in case senza bagni, hanno inventato il modo di rispondere ai bisogni della natura. Alcuni si servono di contenitori di plastica, in genere usati all’interno delle mura domestiche, mentre gli altri membri della famiglia sono fuori. Altri utilizzano delle buste di plastica che vengono poi gettate per strada e che per questo si chiamano bagni volanti. I bambini in genere fanno i propri bisogni nei campi o nelle costruzione abbandonate.

   Una struttura in grado di ospitare dieci famiglie è dotata in genere di una sola latrina. Lo scarico non è tuttavia collegato ad alcuna rete fognaria e le famiglie sono così costrette a svuotare a mano e a proprie spese i buchi quando si riempiono.

   Korogocho sorge tra due fiumi che fungono anche da fogne: il fiume Gitathuru e il fiume Nairboi. Quest’ultimo separa la baraccopoli dalla discarica di Dandora, sita a Embakasi. I due fiumi sono comunemente utilizzati per riversarvi liquidi domestici ed industriali e non di rado anche rifiuti solidi urbani. E’ abbastanza normale vedere delle donne che attingono acqua da questi fiumi per irrigare i campi coltivati lungo le rive sicché non è difficile che gli abitanti siano colpiti da colera e tifo, soprattutto durante la stagione delle piogge.

   A Korogocho non ci sono luoghi destinati ad accogliere l’immondizia sicché i rifiuti vengono gettati fuori dalle case, direttamente in strada. Il pattume va dai rifiuti organici ai contenitori di plastica, passando per le buste ed il vetro. Questo miscuglio crea un odore sgradevole e chiaramente contamina irrimediabilmente il suolo, ingombro di materiale non biodegradabile. Per tutti questi rifiuti non esiste alcun sistema di riciclaggio o riutilizzo.

   2.4 Il problema dell’energia e gli allacci illegali

La maggior parte delle baracche utilizza illegalmente l’elettricità, proveniente dai pali della luce o da altri apparecchi elettrici come televisioni, radio, caricatori per il telefono. Questo tipo di energia elettrica non è affidabile, a causa della precarietà e dell’illegalità con cui è trasmessa. Durante la stagione delle piogge, non di rado uomini e animali sono folgorati per i cavi scoperti, lasciati all’incuria. Molti bambini muoiono per questo. Ogni abitante che utilizza illegalmente l’elettricità, è comunque costretto a pagare 300 scellini (3 euro) al mese a un “gruppo di controllo”.

   I blackout sono molto comuni ed uniti alle retate della polizia contro l’uso illegale della corrente elettrica sono un grande ostacolo per i bambini che intendano studiare di sera, alla luce artificiale.

2.5 La disoccupazione, la sfida dell’educazione e la sicurezza

   Una grande percentuale della popolazione di Korogocho è composta da giovani che tuttavia devono affrontare una dura crisi dovuta alla disoccupazione e all’analfabetismo. L’insicurezza mina alla base ogni possibilità di sviluppo di Korogocho, dove gli scippi e gli omicidi sono in continuo aumento.

   A causa della disoccupazione, moltissime famiglie non riescono mandare a scuola i propri figli perché non ne hanno i mezzi economici. La gente sopravvive con cibo economico, trovato per strada: pane scaduto, ossa di pollo o lische di pesce, verdura a buon mercato.

   Benché esistano due scuole pubbliche gratuite, la qualità dell’istruzione è compromessa dalla mancanza di cancelleria e dal sovraffollamento dei bambini nelle classi. La maggior parte di ragazzi si ferma alla scuola primaria e ciò non permette loro di entrare nel mercato del lavoro, né ovviamente di sviluppare le proprie attitudini per crearsi un posto di lavoro.

3. Affrontare il problema, la proposta sostenibile di Kijiji

Il villaggio di Kijiji è un sogno che una volta realizzato consentirà a 15 famiglie di Korogocho di avere delle case sostenibili fuori Nairobi, ad Emali (120 km a sud), su un appezzamento di circa 5 ettari che Huipalas ha già acquistato.

   Kijiji sarà un ambiente eco-friendly. Gli effetti devastanti dell’inquinamento e del riscaldamento globale, hanno reso di estrema attualità l’impatto che gli essere umani hanno sull’ambiente circostante. Ad esempio, l’incapacità di stabilire quando pioverà, rende gli agricoltori insicuri rispetto a quando seminare, arare e raccogliere, il che porta alla scarsità di cibo, alle carestie ed all’aumento dei prezzi del cibo. Una possibile soluzione a tutto ciò è creare un polmone verde, in linea con gli standard internazionali di ecosostenibilità.

   Il villaggio di Kijiji è concepito per sfruttare le ricchezze naturali. Esso sarà dotato di infissi a basso impatto ambientale, energia elettrica ricavata da pannelli solari sistemati sui tetti ed utilizzati anche per riscaldare l’acqua, cisterne in grado di raccogliere la pioggia ed utilizzarla per l’irrigazione. In altri termini, il villaggio dovrà essere autosostenibile in termini di energia elettrica, illuminazione e climatizzazione.

   Secondo gli attuali trend, il mercato immobiliare registra prezzi in ascesa, anche in ragione della crescente inflazione. Il villaggio di Kijiji può offrire un’opzione più economica, grazie al ridotto costo dell’energia per un lungo periodo.

   Kijiji sarà inoltre meta di turismo sostenibile, sia per gli stranieri che per la popolazione locale: un luogo dove mangiare, rilassarsi, fare attività ricreative, divertirsi, tenere conferenze o realizzare programmi di scambio culturale. Ciò contribuirà a creare opportunità di lavoro per le comunità locali ed avrà un impatto positivo nell’intera regione.

   Attraverso questo progetto, Huipalas mira a promuovere il raggiunimento degli obiettivi del millennio: riduzione della povertà, sostenibilità degli alloggi e dell’educazione, preservazione e tutela dell’ambiente.

3.1 Alcuni dati

a) Il Boma

Il Boma è il nome di una singola unità abitativa. Essa sarà composta da un soggiorno, un cucina, un bagno e due camere da letto. Le finestre saranno sufficientemente spaziose per permettere alla luce del sole di penetrare durante il giorno. Sui tetti saranno installate delle grondaie per drenare l’acqua piovana verso cisterne. Quest’acqua sarà poi utilizzata per irrigare o per usi domestici come lavare il bagno. La riduzione del consumo elettrico passerà anche attraverso l’uso di lampadine a basso impatto ecologico, oltre che attraverso l’installazione di pannelli solari. Ogni Boma avrà delle aperture che consentiranno la circolazione dell’aria, aiutando così la prevenzione delle allergie e delle malattie.

b) Il gift shop

Il negozio di souvenir venderà prodotti dell’artigianato locale o piccole opere artistiche, creando così occupazione, favorendo lo sviluppo della creatività e aiutando l’industria culturale.

c) La sala mostre

Il villaggio sarà dotato di una sala mostre, utilizzabile per diversi scopi: incontri, esibizioni, performance culturali. Ciò contribuirà a creare una piattaforma per l’espressione e sarà un’attrazione per la popolazione locale e i turisti.

d) Ufficio

Kijiji sarà dotato di un ufficio per l’amministrazione e la comunicazione. L’ufficio servirà anche da reception per le prenotazioni e come desk informativo. Esso ospiterà una biblioteca ad uso della popolazione locale e un internet point.

e) Ristorante

Un piccolo hotel offrirà cibo locale e internazionale a colazione, pranzo e cena. Sarà composto da un cucina e una sala mensa.

f) Guest house

Kijiji sarà dotato di un’ala per ospitare i turisti, con stanze singole o doppie e ambienti per intere famiglie. La stanza sarà dotata inoltre di un bagno con almeno un lavandino e un armadio per gli abiti o i bagagli.

g) La fattoria

La fattoria sarà divisa in due parti: una per l’agricoltura e l’altra per gli animali.